Cronaca Giudiziaria
Scafati, clan Matrone: in 29 verso il processo. Ci sono anche imprenditori e un ex vigile urbano
Estorsioni, usura e droga: verso il processo il gotha del clan Matrone. Un predominio che va dalla fine degli anni ’90 al 2012 quello che vede indagate 27 persone, tra le quali noti pregiudicati, ma anche insospettabili imprenditori e i familiari di Franchino ’a belva, in un’inchiesta della Dda, coordinata dal sostituto Montemurro. Concluse le indagini si va verso il processo. Sotto accusa il vertice del clan capeggiato da Franchino Matrone, affiancato dal figlio Antonio detto Michele, con accanto Vincenzo Nappo ’o nonno, Vincenzo Arcamone, Ferdinando Cirillo, Vincenzo Starita, Vincenzo Staffetta, Nicola Percuoco e Raffaele Vitiello. Questi i fedelissimi che avrebbero retto l’organizzazione criminale estesa nei territori di Scafati e San Marzano, finalizzata alla gestione del mercato dei videopoker, in contrapposizione ai clan Ridosso e Sorrentino. Inoltre, ognuno con ruoli diversi, avrebbero agevolato la fuga e la latitanza di Franchino Matrone. In proventi della attività illecite venivano reinvestite in imprese, apparentemente pulite, e quindi la cosca si serviva di Angelo Amitrano, per il settore della vendita di autovetture e Vincenzo Arcamone per gli investimenti di tipo finanziario. Tra le accuse figurano episodi di usura, per migliaia di euro, i cui proventi andavano ai familiari di Matrone che in questo modo garantivano il sostentamento per la latitanza del boss. Gli episodi contestati dalla Procura antimafia ai 27 indagati, vanno dal 2001 al 2012, epoca in cui è stato arrestato ad Acerno, il capo. Al figlio Michele la Dda contesta anche di aver falsificato i documenti utilizzati dal padre. La patente di guida e una tessera sanitaria di un tal Vincenzo Ferrara, vennero riprodotte per essere utilizzate da Franchino Matrone. Tra gli indagati anche i due uomini che ne coprirono la latitanza spendendo il suo nome. Tra gli episodi contestati anche alcune estorsioni ad imprenditori edili e per imprenditori edili. In un’occasione gli esponenti del clan avrebbero proceduto al recupero di un’ingente somma di danaro per conto del costruttore Luigi Giugliano, che voleva, da un macellaio i soldi per la realizzazione di una costruzione abusiva. Per questo episodio è finito nei guai anche il cugino dell’imprenditore edile, allora maresciallo dei vigili, Ferdinando Raiola. L’avviso di conclusione delle indagini è stato inviato a Raffaele Alfano, 62 anni; Angelo Amitrano, 51 anni; Vincenzo Arcamone, 75 anni; Maio Cerbone, 59 anni; Ferdinando Cirillo, 56 anni, di Pompei; Luca Coppola, 58 anni; Giuseppe D’Aniello, 67 anni; Anna D’Isidoro, moglie di Franchino Matrone, 59 anni; Generoso Di Lauro, 57 anni; Luigi Giugliano, di Boscoreale; Biagio Iaquinandi, 59 anni di S. Marzano; Alfonso Matrone, 50 anni, di Boscoreale; Francesco Matrone, 69 anni; Pasquale Matrone, 45 anni; Vincenzo Muollo, 70 anni; Vincenzo Nappo, 68 anni; Domenico Pagano, 55 anni, di Boscoreale; Pietro Palomba, 46 anni ; Nicola Percuoco, 60 anni, di Boscoreale; Ferdinando Raiola, 64 anni; Francesco Paolo Spagnuolo, 59 anni; Vincenzo Staffetta, 52 anni; Vincenzo Starita, 52 anni; Saverio Tammaro, 55 anni; Raffaele Vitiello, 55 anni. (r. f.)
Sorrento, “dichiarazioni mendaci”: indagati 20 politici tra nuovi ed ex assessori e consiglieri comunali
E’ bufera al comune di Sorrento per l’idagine che ha colpito 20 persone tra assessori in carica, alcuni ex e poi consilgieri comunali ed ex. Sono indagati per dichiarazioni mendaci per aver mentito sull’assenza di cause di incompatibilità con la carica di consigliere comunale. I venti coinvolti sono destinatari di un avvivo di conlcusione indagine firmato dalla Procura di Torre Annunziata. Si tratta di Massimo Coppola, Mario Gargiulo e Maria Teresa De Angelis, oggi in giunta col sindaco Giuseppe Cuomo. I consiglieri invece sono Emiliostefano Marzuillo, Federico Cuomo, Salvatore Di Leva, Mariano Gargiulo e Rachele Palomba. L’inchiesta riguarda anche altre 12 persone che in passato hanno fatto parte del Consiglio e della giunta comunale: l’ex vicesindaco Giuseppe Stinga, l’ex assessore Federico Gargiulo, l’ex presidente del Consiglio comunale Mario Acampora e gli ex consiglieri Antonino Maresca, Gianluigi De Martino, Rosario Fiorentino, Umberto Gargiulo, Antonino Acampora, Emilio Moretti, Francesco Saverio Russo, Steven Scarpato e Antonino Spartano. Tutti avrebbero dichiarato di non avere liti pendenti con il Comune nelle certificazioni di compatibilità 2014 e 2015 a dispetto di multe stradali non pagate o oggetto di ricorso e di cartelle esattoriali insolute. I fatti si riferiscono al biennio 2014-2015. A “incastrarli” sono state le verifiche eseguite dalla polizia municipale sulle autocertificazioni di compatibilità, sulle contravvenzioni elevate dagli stessi vigili urbani, sulle cartelle esattoriali e sui ricorsi presentati dagli stessi indagati all’autorità giudiziaria. Documenti dai quali risulterebbe la condizione di incompatibilità con la carica in cui i venti politici si sarebbero trovati all’atto dell’insediamento.Il sindaco di Sorrento , Giuseppe Cuomo si è affrettato a spiegare: “La vicenda non toccherà in alcun modo la normale attività amministrativa dal momento che tutti i consiglieri e gli assessori in carica hanno rimosso da tempo le cause di incompatibilità”.
Torre del Greco: cinque secoli di carcere al clan Falanga. Tutte le 49 condanne
Cinque secoli di carcere per i sognori della droga della zona vesuviana: il clan Falanga di Torre del Greco. Ad un anno esatto dal blitz “Free Tower” della Dda di Napoli. Ieri il gup Roberta Zinno del Tribunale di Napoli ha usato la mano pesante nei confronti dei 49 imputati pronti a scegliere la formula del rito abbreviato per strappare lo sconto di un terzo della pena. E’ invece non è stato così. Pene pesantissime a cominciare da Nunzio Magliulo, il “Maradona della droga” che è stato condannato a 20 anni di reclusione. Nessuno sconto neanche alle “signore dello spaccio ” che utilizzavano la Circumvesuviana per trasportare i carichi di droga da Secondigliano a Torre del Greco: 15 anni e 4 mesi sono stati inflitti a Marianna Sannino e 9 anni a Maria Sartori. L’unica assolta tra i 49 imputati è stata Rosa Castiello. Oltre a Nunzio Magliulo sono stati condannati aventi anni di carcere anche Pasquale Magliulo – alias ‘o ciuccio, ritenuto uomo di punta del clan guidato una volta dal boss Domenico Falanga, oggi collaboratore di giustizia, e Giuseppe Mercedulo. Gli altri pentiti ovvero Aniello Pompeo e le due sorelle Barbara e Rosa sono stati condannati rispettovamente a un anno e sei anni le due donne.
Queste tutte le condanne
ABRUZZESE Ciro condanna: 10 anni (Torre Annunziata 05/12/1985)AMORETTI Angelo condanna: 9 anni (Torre Annunziata 22/06/1988)
BORRIELLO Salvatore condanna: 20 anni ( Torre del Greco 23/01/1964)BUSCO Gennaro condanna : 10 anni e 8 mesi (Torre del Greco 50/05/1975)CHIERCHIA Michele condanna: 7 anni (Torre del Greco 21/10/1984)CUOMO Loredana condanna: 2 anni e 6 mesi (Torre del Greco 22/01/1976)DAMATO Giuseppe condanna: 8 anni (Torre del Greco 24/08/1989)DIAMANTE Fabio condanna: 9 anni e 2 mesi (Napoli 05/09/1992)FALANGA Domenico condanna: 8 anni (Torre del Greco 12/05/1970)GAROFALO Vincenzo condannaa: 10 anni (Torre del Greco 09.01.1986)GAUDINO Domenico condanna: 20 anni (Torre del Greco 11/07/1979)GAUDINO Salvatore condanna: 5 anni e 6 mesi (Torre del Greco 06.02.1981)IMPERATO Vittorio condanna: 9 anni e 6 mesi (Torre del Greco 18/9/82)LANGELLA Giovanni condanna: 8 anni (Torre del Greco 15.08.1991)LANGELLA Vittorio condanna: 10 anni (Napoli 29.01.1985)LOFFREDO Massimo condanna: 4 anni e 4 mesi (Torre del Greco 02.09.1975)MAGLIULO Nunzio condanna: 20 anni (Torre del Greco 28.10.1985)MAGLIULO Pasquale condanna: 20 anni (Torre del Greco 25/12/1959)MONACO Luigi condanna: 14 anni e 4 mesi (Torre Annunziata 50.07.1975)MONACO Salvatore condanna: 10 anni e 10 mesi (Torre Annunziata 25/11/1982)OLIGO Giuseppe condanna: 9 anni (Torre del Greco 26.04.1980)OLIVIERO Carlo condanna: 15 anni e 5 mesi (Torre del Greco 14.02.1985)OLIVIERO Carmine condanna: 6 anni (Torre del Greco 15.02.1982)PAPARO Vincenzo condanna: 7 anni (Cercola 19.05.1986)POMPEO Aniello condanna: 1 anno (Torre del Greco 01.01.1979)POMPEO Barbara condanna : 6 anni (Torre del Greco 15.01.1988)POMPEO Rosa condanna: 4 anni e 6 mesi (Torre del Greco 28.01.1985)PORZIO Rosario condanna: 14 anni (Torre del Greco 16.06.1977)RAMONDO Rosario condanna: 2 anni e 9 mesi (Torre del Greco 06.10.1974)SANNINO Giuseppe condanna: 17 anni e 10 mesi (Napoli 25/02/1985)SASSO Elisabetta condanna: 5 anni (Napoli il 02.05.1970)TASCA STEFANO condanna: 11 anni (Amalfi (SA ) il 27.09.1987)TROISE Pasquale condanna: 18 anni e 8 mesi (Napoli il 05.09.1976)VANNUCCINI Luigi condanna: 14 anni e 10 mesi Torre del Greco il 51.01.1970)VENERUSO Davide comndanna: 8 anni (Napoli 04.02.1987)VIRGI Salvatore condanna: 7 anni e 2 mesi (Torre del Greco 24.02.1982)VITIELLO Domenico condanna: 6 anni (Napoli 18.01.1976)VITIELLO Giuseppe condanna: 6 anni (Torre del Greco 22.06.1981)ZAMPINI Gennaro condanna: 11 anni e 8 mesi (Torre del Greco 05.04.1977)CASCONE Giovanni condanna: 2 anni e 6 mesi (Torre del Greco 11.10.1991)CASTIELLO Rosa assolta (Torre del Greco 10.11.1966)MENNELLA Salvatore condanna: 10 anni (Torre del Greco 51.07.1992)MERCEDULO Giuseppe condanna: 20 anni (Torre del Greco 05.04.1980)ORLANDO Salvatore condanna: 7 anni e 4 mesi (Torre del Greco 04.09.1987)SANNINO Gerarda condanna: 7 anni (Torre del Greco 25.09.1991)SANNINO Marianna condanna: 15 anni e 4 mesi (Torre del Greco 21.10.1985)SARTORI Maria condanna: 9 anni e 2 mesi (Napoli 09.06.1980)VITIELLO Daniele condanna: 8 anni (Torre del Greco 01.11.1988)
Cava-Sant’Egidio: denuncia l’amico per violenza ed estorsione
Cava/Sant’Egidio del Monte Albino. Una serata particolare, tra sesso e alcol, al centro di un’indagine della Procura di Nocera Inferiore. Protagonisti due uomini: un 22enne di Sant’Egidio del Monte Albino e un 36enne di Cava de Tirreni. Il primo indagato per violenza sessuale e estorsione, il secondo presunta vittima. Una denuncia che in pochi giorni ha portato il pm Roberto Lenza a chiedere una perizia tecnica su un telefono cellulare: quello con il quale è stato girato un video hot nel quale sarebbero impresse le immagini dell’amplesso amoroso tra i due, e usato come arma di ricatto. Una storia iniziata mesi fa e che all’inizio di febbraio ha avuto uno strano epilogo. La contesa sulla cancellazione del video ‘incriminato’, avvenuta durante un incontro a Cava, si è conclusa con l’aggressione da parte di sette persone ai danni del 22enne santegidiese. Botte da orbi per il ragazzo accusato di chiedere soldi per evitare la divulgazione delle immagini. Sesso, alcool, e incontri segreti tra i due -il cavese guardia giurata, l’altro con l’aspirazione di diventarlo – tutti racchiusi in un fascicolo d’inchiesta ora al vaglio della Procura nocerina. Con il ruolo di vittima e carnefice che si ribalta più volte, secondo le versioni offerte dai due protagonisti. A chiarire cosa sia accaduto durante e dopo quell’incontro segreto sarà il perito della Procura che dovrà estrapolare il video dell’incontro dal cellulare e descrivere le immagini, questo per verificare se vi siano state costrizioni nel rapporto sessuale tra i due e se vi fossero altre persone presenti in quella serata particolare. Poi, in base agli elementi che saranno acquisiti nel corso delle indagini, bisognerà accertare se la ‘prova’ dell’incontro sia servita come arma di ricatto e se il 22enne abbia preso dei soldi per evitare la divulgazione della registrazione.
Camorra e politica a Pagani: Gambino decide di farsi interrogare al Processo d’Appello
L’ultimo atto del processo Linea d’ombra bis sarà l’interrogatorio dell’ex sindaco, oggi consigliere regionale, Alberico Gambino. Ha deciso di sottoporsi alle domande del procuratore generale Vincenzo Montemurro e dei giudici della Corte d’Appello di Salerno – presidente Claudio Tringali – nella prossima udienza e prima che il pg formuli le conclusioni con la sua requisitoria. La decisione di Gambino è stata annunciata, ieri pomeriggio, dai suoi difensori al termine della lunga udienza nella quale sono stati ascoltati il pregiudicato Nicola Fiore e i due collaboratori di giustizia di Sant’Egidio, Vincenzo e Alfonso Greco. Un’udienza che di fatto conclude la rinnovazione del dibattimento voluta dai giudici su richiesta della Procura Antimafia con la testimonianza di numerosi collaboratori di giustizia e testimoni, alcuni dei quali già ascoltati in primo grado. Fiore ha escluso di aver mai raccontato a Sandro Contaldo di questioni politiche e dell’impegno di Michele D’Auria Petrosino per la campagna elettorale di Gambino. Una testimonianza prevedibile, visto che Fiore non poteva avere alcun interesse ad avallare la versione di Contaldo. A confermare quanto già detto nel corso del processo di primo grado, invece, i Greco, all’epoca dei fatti a capo dell’omonimo clan di Sant’Egidio e amici di Michele D’Auria Petrosino, figlio di Gioacchino ‘spara-spara’, e attualmente sottoposto al 41 bis insieme al fratello Antonio. Michele, secondo i Greco, si impegnò per la campagna elettorale di Gambino e chiese anche a loro il sostegno per il candidato sindaco. Ma i Greco hanno escluso che ci fosse stato un do ut des specifico. L’impegno di Michele Petrosino D’Auria, dipendente del Consorzio di Bacino, era quello di appoggiare l’ex sindaco. In cambio i politici sarebbero stati tranquilli per quanto riguardava la gestione del ciclo dei rifiuti. Vincenzo Greco ha ribadito quanto già riferito nel corso del processo che si è celebrato a Tribunale di Nocera Inferiore ed ha più volte delegato al figlio Alfonso, amico dei D’Auria Petrosino, per gli episodi specifici. Il Tribunale ha anche revocato la testimonianza di Prisco Ceruso, uscito dal programma di protezione, e introvabile. Gambino ha deciso di sottoporsi ad interrogatorio, forte probabilmente della sentenza di primo grado nella quale i giudici lo hanno assolto dall’accusa più grave di scambio elettorale politico-mafioso. Mentre potrebbero affidarsi a dichiarazioni spontanee gli altri imputati nel processo: Giuseppe Santilli, i Petrosino D’Auria, Pandolfi Elettrico, Fisichella, l’imprenditore Francesco Marrazzo e Di Palma.
Rosaria Federico
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