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Ponticelli rapina in gioielleria

Potrebbe essere una manifestazione della ‘sindrome di Stoccolma’, pero’ durante una rapina in gioielleria; ma anche una scelta della vittima per evitare il peggio sperando che qualcuno dia l’allarme. Singolare comunque quello che e’ accaduto in una gioielleria a Napoli, nel quartiere Ponticelli. In un video delle telecamere di sorveglianza la sequenza. Una coppia entra e si finge interessata a un acquisto; lui pero’ estrae la pistola e immobilizza il titolare, tenendolo sotto la minaccia dell’arma, mentre lei svuota la cassaforte. Presi i gioielli, la donna esce dal negozio. Il rapinatore invece comincia a parlare con la vittima, gli mostra addirittura il suo documento e i due si salutano dandosi la mano. Intanto passanti telefonano al 112 e sul posto giungono due pattuglie di carabinieri. Il malvivente scappa a piedi inseguito da due militari dell’Arma. Dopo 5 minuti di corsa, con scavalcamento di cancelli e muretti, i carabinieri lo raggiungono e bloccano, sequestrandogli la pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, colpo in canna e altri 4 nel caricatore. Giuseppe Merolla, 30 anni, deve ora rispondere di rapina aggravata, porto e detenzione di arma clandestina. Era detenuto agli arresti domiciliari, ed evaso per commettere la rapina. R.D., 38enne, la sua complice, si costituisce dopo 48 ore ai carabinieri L'articolo Ponticelli rapina in gioielleria sembra essere il primo su Cronache della Campania.

Omicidio dei fratelli Matuozzo: due secoli di carcere al clan dei “Girati” di Secondigliano

Due secoli di carcere inflitti dal Tribunale di Napoli nei confronti dei cosiddetti “Girati” di Secondigliano, il gruppo criminale nato nell’agosto del 2013 da una fibrillazione interna alla cosca del clan Vanella Grassi culminata, il 29 agosto del 2013, con l’eliminazione dei fratelli Carlo e Antonio Matuozzo che gestivano per conto dei “Girati” un’importante piazza di spaccio, quella chiamata “dietro Mianella”, nel parco La Quadra. I reati contestati sono quelli di associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico di droga, omicidio, detenzione e porto di armi da guerra, tutti aggravati da finalità mafiose. Il gip Nicola Russo ha condannato a 30 anni di carcere Ciro Castiello, Vincenzo De Simone e Fabio Di Natale, Alfredo Leonardi (20 anni), Antonio Accurso, l’unico ancora latitante (18 anni), Giovanni Leonardi (16 anni), Salvatore Russo e Mario Scaglione (12 anni), Vincenzo Sorgente (11 anni e 4 mesi), Michele Giocondo, Giovanni Merolla, Domenico Russo ed Eduardo Zaino (10 anni), Salvatore Boschetti (9 anni e 4 mesi), Giovanni Castiello (9 anni), Mario Pacciarelli (4 anni). Mentre per l’ultimo imputato Cosimo Chirolli (reato estinto perché deceduto). I due fratelli Matuozzo furono uccisi lo stesso giorno: il 29 agosto del 2013. Carlo in maniera particolarmente efferata. Secondo quanto è emerso dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Napoli venne prima ucciso e il suo cadavere dato alle fiamme in una discarica. Le sue ceneri, infine disperse. Antonio venne ucciso lo stesso giorno in via Dolomiti, si ritiene per impedire che la notizia della morte di Carlo si diffondesse. L'articolo Omicidio dei fratelli Matuozzo: due secoli di carcere al clan dei “Girati” di Secondigliano sembra essere il primo su Cronache della Campania.

Assunzioni sospette all’università di Fisciano: aperta un’indagine

Assunzioni sospette all’Università di Salerno: indaga la Procura di Nocera Inferiore. Favoritismi nel reclutamento di personale tecnico amministrativo in servizio presso gli uffici dei vari dipartimenti dell’Unisa nel triennio 2014-2016. Questo il sospetto che ha portato all’acquisizione del faldone del bando di gara per l’affidamento di un appalto di oltre 700mila euro ad una società interinale di Milano, incaricata di trovare personale a tempo determinato per gli uffici della cittadella universitaria e dei vari dipartimenti. Quindici persone, per un incarico biennale rinnovabile, sarebbero state assunte grazie a corsie preferenziali. La scorsa settimana, gli agenti dell’ufficio di polizia, interno alla cittadella universitaria di Fisciano, hanno effettuato un accesso presso la direzione amministrativa dell’Ateneo, per acquisire – su delega della Procura di Nocera Inferiore – i documenti del bando di gara. L’acquisizione ha creato non poco allarme tra i dipendenti della direzione dell’Ateneo, che hanno dovuto consegnare i documenti relativi al bando approvato con una delibera interna nel 2014. Tra i quindici amministrativi assunti, secondo l’ipotesi investigativa, vi sarebbero familiari e amici di noti dirigenti dell’Università. Il sospetto è che quelle assunzioni, nonostante siano state fatte attraverso una nota società interinale milanese, siano state pilotate per favorire persone già note. Insomma assunzioni decise prima ancora delle selezioni. Il magistrato ha delegato l’accesso negli uffici del direttore generale, Attilio Bianchi, dove erano custoditi gli atti di gara e i documenti, che sono stati inviati, nei giorni scorsi, alla Procura nocerina per la verifica. A far aprire l’inchiesta un esposto dettagliato nel quale vengono paventati sospetti su quelle assunzioni all’interno del settore amministrativo dei vari dipartimenti universitari. Piuttosto che di “raccomandazioni”, secondo l’ipotesi investigativa, vi sarebbe stato un bando pilotato per l’assunzione di alcune persone. Il presunto “imbroglio” amministrativo dovrà essere supportato dall’esame degli atti in un’inchiesta che al momento non vede nessun indagato. Da pochissimi giorni il faldone è al vaglio degli uomini della polizia giudiziaria della Procura nocerina che stanno verificando la regolarità della gara d’appalto. Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti la regolarità dell’appalto, i criteri di selezione e di valutazione dei candidati scelti dalla società milanese, ma anche i legami parentali con storici dirigenti dell’Università. Il personale selezionato è già impiegato presso gli uffici con incarichi a tempo determinato rinnovabili. Per la Procura l’affidamento delle selezioni alla società interinale potrebbe essere stato un escamotage per sviare i sospetti su eventuali favoritismi o nepotismi e per impedire che i sindacati controllassero le procedure di assunzione avviate a partire dal 2014. Quasi allo scadere del triennio di riferimento del bando è arrivato in Procura l’esposto sull’assunzione dei 15 addetti, assunti con diverse mansioni, nel settore tecnico amministrativo. La denuncia, ritenuta fondata dagli inquirenti, ha spinto il magistrato ad acquisire la documentazione per verificare la corrispondenza tra quanto denunciato e quanto si sta verificando negli uffici amministrativi del campus di Fisciano. Non è escluso che dopo l’esame dei primi documenti acquisiti, la Procura deleghi gli investigatori ad effettuare ulteriori acquisizioni documentali o testimoniali. Un’inchiesta appena nata che potrebbe “scoperchiare” un sistema strutturato di favoritismi e nepotismi all’interno dell’Università con il conseguente danno d’immagine per l’intero Ateneo salernitano. Rosaria Federico L'articolo Assunzioni sospette all’università di Fisciano: aperta un’indagine sembra essere il primo su Cronache della Campania.

Stroncato un traffico di droga tra Napoli il Sud America

La Squadra Mobile di Napoli, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, hanno eseguito in varie Regioni d’Italia e all’estero una vasta operazione nei confronti di una pericolosa organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti e al riciclaggio dei relativi proventi. In particolare, e’ stata data esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di 11 persone sospettate di gestire ingenti carichi di droga, acquistandoli direttamente dai cartelli sud americani. L’Autorita’ Giudiziaria ha anche disposto il sequestro di 3 societa’ di diritto estero situate in Spagna, nell’Isola di Man e nell’Emirato di Dubai nelle quali venivano reinvestiti parte dei proventi del narcotraffico, per un valore di oltre 10 milioni di euro. I destinatari degli 11 provvedimenti eseguiti nella maxioperazione contro il traffico internazionale di droga e il riciclaggio sono tutti in collegamento stretto con il clan Amato-Pagano, una delle cosche della camorra protagoniste delle faide che si sono succedute a nord di NAPOLI negli ultimi anni. L’organizzazione era in contatto con cartelli di narcos sudamericani dai quali importavano ingenti quantità di cocaina, oltre 2mila chilogrammi all’anno, che immettevano poi sul mercato: ad essi – è stato sottolineato dagli inquirenti – si rivolgevano altri clan della camorra per acquistare droga da spacciare. Uno degli esponenti del gruppo fu arrestato nel 2013 all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi dove fu trovato in possesso di 1330 chilogrammi di cocaina. Le forti somme di denaro occultate dal clan venivano riciclate anche all’estero attraverso società intestate a prestanome: in Spagna, dove avevano acquisito due complessi immobiliari nelle province di Madrid e Burgos, e negli Emirati Arabi Uniti, dove tuttora risiederebbe un latitante. I particolari dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore della Repubblica di NAPOLI, Giovanni Colangelo, il procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia, Filippo Beatrice, il questore di NAPOLI, Guido Marino, il capo della Squadra Mobile, Fausto Lamparelli, e il colonnello Giovanni Salerno, del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. Il procuratore ha sottolineato che l’indagine ha evidenziato che il traffico di cocaina in Italia non rappresenta un monopolio della ‘ndrangheta, ma che anche la camorra gestisce tale attività avvalendosi di rapporti con i cartelli sudamericani anche grazie alla enorme disponibilità di denaro liquido. Colangelo ha sottolineato che “l’incremento di valore delle cifre investite nell’attività di spaccio è pari addirittura al 300 per 100 in una settimana”. Il capo della Squadra Mobile della Questura NAPOLI, Fausto Lamparelli, dal canto suo, ha evidenziato che numerosi clan si sono rivolti agli Amato-Pagano per l’acquisto di cocaina, una cosca che “trattava alla pari con i narcos sudamericani avendo fiumi di denaro da investire”. Un ruolo centrale sarebbe stato rivestito da uno dei destinatari dei provvedimenti notificati oggi, un commercialista genovese, Attilio Repetti. L'articolo Stroncato un traffico di droga tra Napoli il Sud America sembra essere il primo su Cronache della Campania.

Pozzuoli, il sindaco Figliolia: “Mi auguro magistratura faccia presto chiarezza”

“Mi auguro che l’opera della Magistratura e degli investigatori chiarisca al più presto i fatti oggetto della contestazione. Ciò perchè possa proseguire con serenità il lavoro che questa amministrazione sta realizzando con assoluta determinazione nell’interesse della collettività”. Così il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, commenta l’ inchiesta sul Comune del litorale flegreo. “L’indagine – aggiunge il sindaco – troverà il pieno sostegno del sottoscritto che è in prima linea affinché sia garantito che le attività del Comune siano scevre da ogni forma di eventuali illiceità e connivenze e siano svolte con il massimo della regolarità e trasparenza”. L'articolo Pozzuoli, il sindaco Figliolia: “Mi auguro magistratura faccia presto chiarezza” sembra essere il primo su Cronache della Campania.