E’ stato rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione, Nazario Matachione, colui che si è autodefinito “il re delle farmacie” in Campania in un momento di delirio di onnipotenza ma che secondo le accuse dei magistrati aveva costruito le sue fortune su un sistema di corruttela che coinvolgeva politici, forze dell’ordine e funzionari pubblici. Nei giorni scorsi la Gurdia di Finanza gli aveva sequestrato beni per otto milioni di euro con l’accusa di evasione fiscale oggi invece il gup Umberto Lucarelli del Tribunale di Napoli lo ha rinviato a giudizio per corruzione in cambio di presunti permessi pilotati dalla Regione Campania nel settore farmaceutico. Secondo l’accusa avrebbe avuto autorizzazioni per l’apertura delle sue numerose farmacie pagando in modo particolare Umberto Celentano funzionario del settore Sanità alla Regione Campania ed ex assessore al Comune di Trecase. Anche Celentano è stato rinviato a giudizi. Con loro anche Nicola D’Alterio, il secondo funzionario pubblico travolto dall’inchiesta, ed il figlio di Umberto Celentano, Francesco Mariano. Proprio Celentano junior fu assunto da Matachione presso una sua azienda di Sant’Antonio Abate, in cambio di agevolazioni sull’apertura di nuove farmacie. Tra l’altro nel corso dell’inchiesta era anche emerso che Umberto Celentano anticipava a Matachione i test d’ingresso alla facoltà di Farmacia di Napoli. Il processo si aprirà il prossimo 26 aprile a Napoli. La Regione si è già costituita parte civile, chiedendo i danni all’imprenditore ed ai funzionari “infedeli”.