Droga sull’asse Caserta-Caivano, due donne gestivano il traffico. Sei arresti

Erano due le donne a capo di gruppi criminali a Caserta e che stamattina sono finite in manette insieme ad altre quattro persone. A comandare il giro, “donna Concetta Buonocore” moglie dell’ergastolano Antonio Della Ventura, e anche un’altra donna, Maria Luisa Stella 41 anni. Si tratta di due di tre filoni investigativi che all’alba di oggi hanno portato al blitz dei Carabinieri della Compagnia di Caserta che, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei 6 ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso ed associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Responsabile delle attivita’ estorsive nei confronti di commercianti di Caserta era Concetta Buonocore, 50 anni, moglie di Antonio Della Ventura, ergastolano al 41 bis, ritenuto il referente dei Belforte a Caserta, per gli inquirenti era il capo dell’organizzazione che spacciava cocaina prevalentemente nel capoluogo di Terra di lavoro. A lei la misura cautelare è stata notificata in carcere. Tra gli arrestati anche un’altra donna, Maria Luisa Stella, 41 anni. Concetta Buonocore divideva le responsabilità con Fabio Rivetti, 30 anni,(nella foto insime con Concetta Buonocore)fratello di Clemente Daniele, elemento apicale i Belforte detenuto, mentre Salvatore Sena, 45 anni, teneva i contatti con la provincia di Napoli per approvvigionarsi di droga.L’attivita’ investigativa, avviata nel marzo del 2012, ha permesso di ricostruire una serie di episodi criminosi commessi da gruppi di soggetti diversi nell’ambito di un contesto temporale che va dal 2012 ed il 2013. Nel medesimo arco temporale e spaziale, gli inquirenti hanno individuato l’esistenza a Caserta di due organizzazioni dedite allo smercio di sostanze stupefacenti. I due gruppi criminali, organizzati per la distribuzione dello stupefacente nell’ambito di altrettanti rioni (Parco dei Fiori e Rione Vanvitelli), si rifornivano in Caivano ed erano capaci anche di provvedere alla trasformazione della sostanza acquistata. Essi utilizzavano un linguaggio convenzionale diretto a dissimulare l’oggetto delle conversazioni (“caffe'”, “cioccolata”, “torta”, ecc.). A capo di uno di questi due gruppi dediti allo spaccio di stupefacente, un’altra donna, ruolo che gestiva da quando il convivente era finito dietro le sbarre. L’indagata, era responsabile dell’intera organizzazione a partire dalla gestione dei compiti, dall’approvvigionamento della cocaina nel comune di Caivano, alla trasformazione della droga in crack, fino alla vendita nelle piazze di spaccio di Caserta. Secondo gli inquirenti, questi gruppi organizzati oltre alla vendita dello stupefacente, fornivano una sorta di servizio a domicilio in alcuni rioni specifici. Convolti nell’inchiesta, oggi solo indagati, anche i ‘corrieri’ che consegnavano la droga nei rioni, giovani attivi nei gruppi criminali gia’ nel 2013 e che all’epoca erano ancora minorenni. Dalle perquisizioni eseguite stamattina dai carabinieri di Caserta, e’ stato sequestrato denaro contante per circa 2 mila euro, probabile provento delle attivita’ illecite. L’organizzazione pero’ era continuamente alla ricerca di nuovi canali di rifornimento e organizzo’ persino un trasporto dalla Spagna, cui collaborò Antonio Proteo, 49 anni, detenuto agli arresti domiciliari; l’operazione si concluse con l’arresto in flagranza del sesto componente Francesco Amato, 38 anni, che nel 2009 fu scoperto mentre viaggiava in auto con la sorella trasportando 250 grammi circa di coca. Base logistica delle operazioni era la casa di Concetta Buonocore, e i componenti della banda usavano telefonini dedicati per comunicare tra loro e il linguaggio titpico delle conversazioni tra innamorati (“amore vieni?”, per darsi appuntamenti, per esempio). Francesco Amato vendeva le dosi al dettaglio a casa sua o in bar molto frequentati da giovani.
“Per le cinque e mezza, le sei massimo, sto da te e andiamo a vedere la partita, non ti dimenticare quello che mi hai detto, ti devo portare una bella cosa non ti preoccupare. Devo prendere i biglietti, quello e’ il club Napoli di Recale”. Utilizzavano messaggi in codice per indicare i luoghi dove prelevavano a cocaina e le zone dello spaccio a Caserta e dintorni. Il gip di Napoli Alessandro Modestino ha spiegato in 97 pagine come il gruppo che faceva capo al clan Belforte, diretto dalla moglie del capozona dei Belforte, Concetta Buonocore, destinataria di una misura cautelare con altri cinque complici, riuscisse a gestire il mercato della droga e a comunicare con sms o con messaggi in codice che simulavano relazioni amorose o interesse calcistico.Concetta Buonocore, moglie del boss Antonio Della Ventura ristretto al 41 bis nel carcere di Cuneo, era chiamata dagli affiliati ‘la zia’. Il gruppo si incontrava spesso al Bar Boys di Caserta, gestito da Gianfranco Rondinone, fratello di Antonio, anche lui elemento dei Belforte. In una telefonata, uno dei gestori dello spaccio, appena uscito dal carcere, ricostituisce l’organizzazione. E’ Fabio Rivetti, che esce dall’istituto di pena di Poggioreale a Napoli il 27 settembre del 2009, dopo dieci giorni di detenzione. Alle ore 19, appena tornato libero, fissa un appuntamento nella mezz’ora successiva con Francesco Amato e Salvatore Sena. Francesco Amato, infatti, spiega a Sena in una telefonata: “E’ venuto dalle vacanze quell’amico mio, hai capito?”. A quel punto, Rivetti invia un sms ad Amato: “Amore ma quando mi vieni a prendere, ti sto aspettando, muoviti”. In un’altra occasione, Sena chiama Amato e gli chiede se puo’ fornirgli alcune dosi: “E dai, vedi un poco, Francesco, mi servono proprio se no si ferma la giostra”. Amato risponde:”Ok, non parlare per telefono, ora vado”. A rafforzare l’inchiesta sullo spaccio di stupefacenti nei bar, sono state le dichiarazioni di collaboratori di giustizia a partire da Vincenzo Maiello, a Michele Froncillo, Raffaele Roccolano, Giacomo Nocera e Antonio Gerardi.
Nelle intercettazioni viene definita ”signora” o ”zia”: e’ Concetta Buonocore, 50 anni, moglie del boss Antonio Della Ventura, detenuto in regine di 41bis. Alla donna, gia’ detenuta, la Polizia ha notificato oggi una nuova ordinanza nell’ambito dell’operazione che ha portato all’arresto di sei persone per traffico di stupefacenti fra Napoli e Caserta. La donna, come risulta dalle indagini della Squadra Mobile della Questura di Caserta, e’ stato il vero punto di riferimento del clan Belforte nel capoluogo casertano, anche perche’ porta i messaggi del marito dal carcere. Gli investigatori, durante gli appostamenti, hanno accertato tra l’altro i numerosi incontri avvenuti proprio a casa della Buonocore (ubicata nella frazione Santa Barbara di Caserta) che il Gip considera ”il centro operativo del gruppo”. Buonocore, come un vero e proprio capo, non viene mai intercettata, con lei si puo’ parlare solo di persona. La donna era stata arrestata dalla Squadra Mobile nell’ottobre dello scorso anno per estorsione aggravata dal metodo mafioso; in una successiva indagine dei Carabinieri e’ poi emerso il suo ruolo di gestore della cassa comune, dove confluivano le tangenti e i soldi della vendita della droga, e di addetta ai pagamenti degli stipendi agli affiliati e ai familiari dei detenuti. Tra l’altro la donna fino a qualche mese fa risultava dipendente di Caserta Ambiente, azienda che gestisce la raccolta degli rifiuti solidi urbani nel capoluogo.

Ultime News

TI POTREBBE INTERESSARE
NEWS

Gratteri: “Ingiustizia nel confrontare Napoli col Sud America” – Cronache della Campania

Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli, ha espresso...

Operazione antidroga e armi a Caivano ed Afragola: un arresto e una denuncia – Fatti nel territorio campano

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna...

Arrestato genero di Totò Riina a Malta: latitante e autista. Cronache dalla Campania.

Antonio Ciavarello, genero di Totò Riina, è stato arrestato...