Si è pentita lady camorra, Enrichetta Cordua, ex reggente del clan Birra-Iacomino

Detenuta dallo scorso 23 settembre in regime di 41 bis, Enrichetta Cordua ha deciso di passare dalla parte dello Stato. La chiamano lady camorra è la donna che ha guidato il clan Birra-Iacomino per un lungo periodo, fino a che non è stata condannata all’ergastolo perché diversi pentiti l’avevano accusata dell’omicidio di Gennaro Brisciano, collaboratore di giustizia ammazzato nel 2001. Donna Enrichetta è depositaria di segreti che valicano i confini di Ercolano, una protagonista del panorama criminale per tutti gli anni ’90, ed ha gestito acquisti, vendite e partecipazioni di un clan con tantissime ramificazioni nell’hinterland napoletano. Ed è per questo che da oggi le sue testimonianze rischiano di travolgere ciò che resta della mala di Ercolano: conosce traffici, faide, agguati mortali. Ma non solo, nei libri neri di lady camorra, infatti, ci sarebbero infatti anche alcuni colletti bianchi: appalti, favori, alleanze. Una pentita di spessore, che è già la seconda donna a staccarsi dalle fila della criminalità ercolanese. Prima di lei Antonella Madonna, moglie del ras al 41bis, Natale Dantese, ha fatto la scelta di passare dalla parte dello Stato. Enrichetta Cordua conosce chi, quando, e perché si agiva in quegli anni, conosce i registri della droga e delle estorsioni di un periodo in cui la droga arrivava a fiumi alle falde del Vesuvio, ed il racket era legge. La sua scelta di collaborare è l’ennesimo colpo messo a segno dalla Dda di Napoli, la prova del lavoro del pool anticamorra coordinato dall’aggiunto Filippo Beatrice e prima da Pierpaolo Filippelli (oggi a Torre Annunziata). Ed ora tremano i clan storicamente alleati ai Birra-Iacomino, che nonostante una faida lunga venti anni erano riusciti a ristabilire il potere tessendo nuove alleanze: da quella coi Gionta di Torre Annunziata, che ad oggi sono immuni dall’emorragia di pentiti che ha travolto la camorra vesuviana, a quella fortissima coi Lo Russo di Miano, oggi in lotta per il predominio delle piazze di droga della periferia orientale. La donna è stata inserita nel programma di protezione ed ha cominciato col raccontare il suo coinvolgimento nell’omicidio Guida avvenuto nell’agosto 2003.

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