Turbativa d’asta: Coinvolti il consigliere regionale Bosco ed un sacerdote

In data odierna militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Caserta hanno dato compiuta esecuzione alle notificazioni dell’avviso di conclusione indagini nei confronti di 7 soggetti, emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, a conclusione di circa un anno d’indagine per il reato di turbativa d’asta. La gara d’appalto in esame, del valore di circa 1,5 milioni di euro, riguarda la ristrutturazione della Fondazione San Giuseppe di Tuoro, Caserta (CE) mediante utilizzo di finanziamenti europei tesi al recupero di zone del territorio italiano in difficoltà e finalizzati alla costruzione di un asilo. Le indagini, delegate alla Compagnia della Guardia di Finanza di Caserta, hanno consentito di accertare innumerevoli collegamenti esistenti tra il Presidente della Fondazione (il sacerdote Biagio Saiano), il consulente giuridico della Commissione aggiudicatrice (il Consigliere Regionale della Campania Luigi Bosco) e due coniugi Clementina Ferraiuolo e Giuseppe De Liso. con funzioni di consiglieri della Fondazione (uno dei quali, poche settimane prima dell’indizione di gara ha abbandonato la carica di consigliere). In particolare, le complesse attività d’indagine, hanno permesso di provare come il soggetto aggiudicatario di gara fosse il marito di uno dei consiglieri, amico di vecchia data del sacerdote-presidente nonché responsabile (unitamente al coniuge) della campagna elettorale del consulente giuridico della Commissione di Gara per le elezioni Regionali del 31 maggio 2015. Se ciò non bastasse, è stato dimostrato inoltre come la ditta, scelta per la ristrutturazione della Fondazione, sia una ditta specializzata per l’installazione di soli pannelli fotovoltaici e non anche per la ristrutturazione di edifici. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario a carico degli indagati che ha permesso di dimostrare come una gara d’appalto per il valore di circa 1,5 milioni di euro sia stata affidata, con motivazioni esclusivamente amicali, a soggetti privi dei necessari requisiti ed in spregio delle fondamentali regole di mercato e di leale concorrenza. L’attività investigativa, svolta mediante l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, pedinamento e controllo e l’escussione di molteplici persone informate sui fatti, ha consentito di documentare come gli indagati avessero artificiosamente creato tutti i presupposti tecnico-giuridici per la partecipazione e l’aggiudicazione della gara d’appalto, rendendo quindi la procedura ad evidenza pubblica una mera inutile formalità. L’attività posta in essere dalla procura, in stretta sinergie con la Guardia di Finanza, rimarca ancora una volta, l’impegno profuso nel contrasto all’illegalità e allo sperpero di denaro pubblico. “Sono sereno e confido nell’operato degli organi inquirenti, dai quali spero di poter essere chiamato quanto prima per fornire i chiarimenti necessari e fugare eventuali dubbi” spiega in una nota Luigi Bosco. “E’ stato un fulmine a ciel sereno; sembra inverosimile trovarmi coinvolto come oggetto di indagini in una situazione in cui ho unicamente espletato la mia attività professionale di amministrativista, come segretario verbalizzante e come legale, peraltro anche con risultati positivi concreti, come la vittoria innanzi al Tar Napoli nel giudizio in cui ho difeso la Fondazione San Giuseppe. Preciso che per tutta l’attività svolta non ho ancora percepito un solo euro, rimanendo creditore nei confronti della Fondazione; come si suol dire danno e beffa”, conclude.

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