Il clan dei “capelloni” di Forcella vuole lo sconto di pena e per questo che tutti gli imputati hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato. Il gup del Tribunale di Napoli deciderà il 4 maggio prossimo. Alla sbarra ci sono Antonio Amoroso, Gennaro Buonerba, il giovane capo del clan, Salvatore Mazio, Luigi Criscuolo, Assunta Buonerba e Luca Mazzone. Sono tutti accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, di omicidio e tentato omicidio. L’omicidio di cui sono accusati è quello di Salvatore D’Alpino avvenuto il 30 luglio scorso in via Mancini, in quella circostanza rimase ferito anche Salvatore Caldarelli. L’altro ferimento di cui risponde il clan è quello di Giuseppe Memoli avvenuto il 9 agosto. Si tratta di episodi riconducibili alla sanguionosa guerra che i “capelloni” hanno combattuto contro i ribelli dei Giuliano-Sibillo per il controllo degli affari illeciti dei vicoli del centro di Napoli.Secondo gli investigatori il 23enne Gennaro Buonerba, alleato con i Mazzarella e con i Sequino del rione Sanità, dirigeva il gruppo con base in via Oronzo Costa e proprio grazie al ruolo di reggente avrebbe ordinato l’omicidio di Salvatore D’Alpino, un pregiudicato della vecchia guardia avvicinatosi agli odiati Sibillo. Al clan fu data la spallata defintiva nell’ottobre scorso con il blitz della squadra Mobile di Napoli con 11 fermi.
(nella foto il giovane boss Gennaro Buonerba)