‘Così ci fai prendere collera, ricordati che devi uscire con la moglie e con i bambini, è vero?’, le minacce del clan Longobardi agli imprenditori

“Così ci fai prendere collera, ricordati che devi uscire con la moglie e con i bambini, è vero?”.  Minacce esplicite, di chiaro stampo camorristico quelle di cui sono accusati Ferdinando Longobardo, fratello di Gennaro Longobardi il boss detenuto; Salvatore Carullo (genero del boss) e Marco Vaccaro, appartenente alla fazione quartese del clan Longobardi. I tre compariranno oggi davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia per rispondere delle gravi accuse di due tentate estorsioni aggravata dal metodo camorristico nei confronti di alcuni imprenditori. Il primo del quale avevano studiato tutti i movimento, anche quelle dei familiari, è Nicola Zazzaro è amministratore e socio della Zeta srl, (impresa edile specializzata nel settore industriale e edilizia sanitaria pubblica) al quale era stata chiesta una tangente da 80mila euro, dopo una richiesta di 150mila euro, su un appalto complessivo di 3 milioni e 500mila euro. “Tu sai come comportarti, allo stesso modo dell’altra volta”, era stata la richiesta fatta  all’imprenditore che aveva preso tempo. Tutto intercettato dalle forze dell’ordine che l’altro giorno hanno fatto scattare gli arresti nei confronti dei tre perché proprio quel giorno scadeva l’ultimatum per il pagamento di una prima rata di 10mila euro sulla somma complessiva di 80mila. Ferdinando Longobardo, sul cui capo pende una richiesta di condanna a 10 anni di carcere nell’ambito del processo “Iron Men”, aveva studiato tutto della sua vittima anche delle condizioni di salute del padre. La seconda tentata estorsione invece è nei confronti di Luigi Guardascione, titolare di un centro scommesse Intralot nel comune di Pozzuoli. Stando alla ricostruzione della Dda di Napoli, si tratta di una estorsione di 400 euro mensili per i videopoker. 

 (Nella foto da sinistra Ferdinando Longobardo, Salvatore Carullo e Marco Vaccaro)

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