Camorra, avviso di conclusione indagini per il clan Contini. La Dda: Maria Licciardi non è un boss

Redatto l’avviso di conclusione delle indagini del processo al clan Contini.
Rispetto a Maria Licciardi, colei che è stata inserita nell’elenco delle dieci donne più pericolose, vi sono importanti novità favorevoli al boss in gonnella.
La linea difensiva tracciata dall’avvocato Dario Vannetiello, la quale aveva già trovato condivisione nei giudici del tribunale del riesame, ha finito per convincere anche la direzione distrettuale antimafia.
Infatti la pubblica accusa ha abbandonato la iniziale ipotesi accusatoria che collocava Maria Licciardi al vertice della compagine criminale, giungendo oggi ad elevare la sola accusa di metà partecipazione, quindi con il ruolo di semplice affiliata.
Non solo. I pubblici ministeri non hanno neppure inteso elevare a Maria Licciardi l’accusa di concorso in due episodi di estorsione, rispettivamente ai danni di Rescigno e di Ottaviano, a differenza di quanto indicato nella richiesta di misura cautelare.
Appare innegabile che gli argomenti, di fatto e di diritto, indicati dalla difesa nella fase delle indagini, hanno prodotto un inusuale risultato già al termine delle indagini grazie alla presa d’atto da parte di autorevoli pubblici ministeri della fondatezza di larga parte dei rilievi difensivi.
Quanto accaduto alla Licciardi, già condannata per ben due volte per essere stata al vertice della medesima associazione, non è certo ricorrente nella casistica giudiziaria in quanto fu scarcerata dal riesame in costanza di latitanza ed ora beneficia di un significativo affievolimento risposto alle iniziali e di gran lunga più gravi accuse.
Cronache della Campania@2019

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