Bologna, il calciatore assassino era cresciuto nelle giovanili del Napoli

Era cresciuto nella giovanili del Napoli il calciatore assassino Giovanni Padovani di 27 anni.
L’uomo prima stalker e poi assassino è originario di Senigallia, nelle Marche. Ieri sera si è reso protagonista di un violento femminicidio a Bologna: ha ucciso a colpi di mazza Alessandra Matteuzzi di circa 30 anni più grande di lui e con la quale aveva avuto una breve relazione.
Dopo avere fatto per qualche anno il modello, come si evince da alcune delle foto pubblicate sui social, ora faceva il calciatore dilettante. Cresciuto nelle giovanili del Napoli, ha militato in varie squadre di serie C e D tra cui il Foligno e il Giarre. Nove anni fa era anche entrato nel gruppo della Nazionale Under 17 e ora giocava nella Sancataldese, squadra siciliana che però, proprio pochi giorni fa, lo aveva messo fuori rosa per un “ingiustificato allontanamento”.
Lo ha fatto sapere la stessa società: “Avevamo intuito – spiegano i legali della squadra siciliana- che avesse dei problemi e che non era sereno. Spesso si isolava, tant’è che sabato aveva lasciato improvvisamente il ritiro dicendo all’allenatore che per problemi personali doveva andare via. Ciò che proviamo in questo momento è shock e sgomento”. scrive ancora la dirigenza della Sancataldese.
Lunedì pomeriggio era arrivato in aereo a Bologna dalla Sicilia e, appena sbarcato, aveva raggiunto la palazzina di via dell’Arcoveggio dove abitava Alessandra. Lei, che lavorava come agente di commercio nella moda, al rientro lo ha mandato via. Lui è rientrato a Senigallia e poi ieri pomeriggio è tornato a Bologna.
Alessandra e’ arrivata sotto casa, in via dell’Arcoveggio, attorno alle 21, e l’ex era li’ ad aspettarla. Pochi secondi prima di essere aggredita, era al telefono con la sorella. “E’ scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare: no Giovanni, no, ti prego, aiuto. Io ero al telefono – ha raccontato la donna al Tgr Emilia-Romagna – ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l’ha massacrata di botte”.
Sempre la sorella della vittima ha spiegato ai giornalisti che Alessandra e Giovanni “hanno avuto una frequentazione a distanza, perche’ lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte. Era poco piu’ di un anno che si conoscevano, pero’ e’ dallo scorso gennaio che ha cominciato ad avere delle ossessioni verso di lei.
Si vedevano una volta al mese, poi hanno passato qualche giorno insieme, durante il periodo di pausa calcistica, lui e’ stato qua con lei. A quel punto pero’ le sono successe delle brutte cose – ha aggiunto la donna in lacrime- lui aveva rotto piatti e bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento, e le faceva degli agguati sulle scale”.
La polizia sta cercando di ricostruire gli spostamenti di Padovani degli ultimi giorni e anche dove il 27enne abbia preso l’arma del delitto, un martello, che poteva gia’ essere in suo possesso.Una vicina ha raccontato sempre al tg regionale che ieri “alle 19.15 era gia’ qua ad aspettarla. Ultimamente aveva paura di lui, perche’ era diventato molto insistente e non voleva farlo entrare in casa”.
Il primo a intervenire dopo l’aggressione e’ stato un ragazzo, figlio di un altro vicino di casa, al quale Padovani non avrebbe opposto la minima resistenza: “Non ce l’ho con voi, ce l’ho con lei – avrebbe detto a chi lo ha bloccato – non vedo l’ora che arrivi la polizia che voglio finire tutto”.
Davanti agli investigatori, ha ammesso le sue responsabilita’. Il pm Domenico Ambrosino, che si occupa delle indagini, conferira’ domani mattina l’incarico per l’autopsia, e a breve si terra’ anche l’udienza di convalida per Padovani, assistito dall’avvocato Enrico Buono. Sui social rimangono le foto di Alessandra sorridente, mentre si prova scarpe e vestiti davanti allo specchio o e’ in vacanza in Riviera e a Ibiza. Tempo fa riportava questo aforisma: “La cattiveria mi stupisce sempre. Quando la subisco, rimango li’ a fissarla come fosse una bestia dalla quale non mi so difendere”.
Da qualche mese le cose erano degenerate e lui era diventato ossessivo, fino a quando lei, oltre a troncare la relazione, poco più di un mese fa lo aveva denunciato per stalking, segnalando i suoi atteggiamenti molesti, le continue telefonate, i messaggi e gli appostamenti che le faceva. In Procura era stato aperto un fascicolo, ma nei confronti dell’uomo non erano stati adottati provvedimenti restrittivi. Padovani e’ ora accusato di omicidio aggravato.

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