Napoli: Catapano ancora grave, l’agguato di Porta Nolana deciso dai Rinaldi-Reale. Il racconto del pentito Persico

E’ ancora in gravi condizioni al Loreto Mare il ras di Porta Capuana, Gennaro Catapano ferito mortalmente ieri in tarda mattinata da due killer al vico Sopramuro. E’ stato sottoposto a due delicati interveti chirurgici e i medici aspettano che trascorra anche questa notte prima di poter esprimersi. Il fatto che sia arrivato in breve tempo in ospedale dopo essere statocentrato da due proiettili alla schiena probabilmente gli ha salvato la vita. Catapano infatti ha avuto la forza di rialzarsi da terra, di balzare dietro lo scooter di un amico e di correre al pronto soccorso in una maschera di sangue ma vivo.Le indagini però seguono una pista ben precisa e porta alla guerra che si è scatenata da un anno tra i Rinaldi-Reale e i Mazzarella-D’Amico per il controllo delle attività illecite da San Giovanni a Teduccio fino a piazza Mercato. Sono già a decina le azioni di fuoco tra le due fazioni in lotta. Questa pista sarebbe avvalorata dalla circostanza che Catapano era amico di Carmine Campanile, il ragazzo che il 1 settembre del 2014 fu ferito in via Brin. Un’altra porterebbe invece a Forcella e ad un riacutizzarsi della guerra tra il clan Mazzarella-Buonerba e la cosca degli Amirante-Sibillo-Giuliano per il controllo delle piazze di droga del Centro. Contro Gennaro Catapano ha parlato anche un pentito della camorra, Giuseppe Persico, uno dei ras dei Mazzarella. Il collaboratore di giustizia indicca in Catapano come l’autore materiale di un raid compiuto nel 2005 contro la famiglia Mauro che era in guerra con i Mazzarella.”…Avvenne di domenica ed ho partecipato sempre con il ruolo di conducente del motorino su cui viaggiava l’esecutore materiale, ovvero Enrico Autiero. Prima che lo ammazzassimo gli avevamo sparato contro le sue finestre, sempre io e Radice. In particolare, dopo qualche tempo dall’omicidio di Ferrone, era sempre il periodo in cui eravamo in guerra con i Mauro, poiché la famiglia Mauro non usciva più di casa temendo agguati da parte nostra, Franco Mazzarella aveva deciso di dare un avvertimento ad alcuni dei Mauro, quelli che provvedevano alle esigenze della famiglia, per evitare che gli stessi fossero costretti ad uscire di casa. Si decise pertanto di sparare alle finestre di Scafaro e contro le finestre di Antonio Mauro. Ci organizzammo un giorno io e Radice e andammo a sparare nelle finestre cinque colpi con una 9×21. Mentre Gennaro Catapano ed Enrico Autiero contro Mauro. Mentre quest’ultimo dopo l’agguato è sparito dalla circolazione, Antonio Scafaro ha continuato a farsi vedere in giro e a fare servizi per la famiglia Mauro. Per tale motivo Franco Mazzarella ci disse che doveva essere ammazzato perché per colpa sua non potevamo colpire la famiglia Mauro che non usciva di casa. Inizialmente l’omicidio di Scafaro doveva essere commesso da Gennaro Catapano ed Enrico Autiero. Poiché però Autiero riferì a Franco Mazzarella che quando era andato con Catapano a sparare nelle finestre di Antonio Mauro erano scivolati con il motorino, lui non si fidava di come portava lo scooter decise dovevo guidare io”.

(nella foto i rilievi della polizia scientifica sul luogo della sparatoria e nel riquadro Gennaro Catapano)

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