Salerno, bufera sull’Inps: la Procura di Nocera chiede il sequestro di oltre 4 milioni per cinque alti funzionari infedeli

Salerno/Roma. L’inps non ha bloccato per due anni le indennità destinate a falsi lavoratori, assunti da imprese inesistenti, erogando prestazioni assistenziali per 4milioni e 73mila euro. A tanto ammonta il danno prodotto da cinque alti funzionari dell’Istituto di previdenza sociale alle casse dello Stato per la mancata cancellazione dagli archivi informatici dell’Istituto delle matricole di lavorati e imprese. Il sostituto procuratore Roberto Lenza ha chiesto il sequestro di immobili, conti correnti e quote societarie in possesso dei dirigenti Inps accusati di truffa aggravata. Un sequestro per equivalente rigettato dal Gip Paolo Valiante e che ora è approdato dinanzi ai giudici del Riesame di Salerno dopo l’appello della Procura. Nel mirino degli inquirenti di Nocera Inferiore cinque persone alle quai si contesta di aver prodotto un danno erariale rilevante con la propria condotta omissiva. In particolare, la richiesta di sequestro è stata effettuata nei confronti di Gabriella Zaccaria, 61 anni di Salerno, direttore provinciale dell’Inps di Salerno; Angela Santopietro, 50 anni, di Salerno, responsabile dell’ufficio ispettivo provinciale Inps Salerno; Antonello Crudo, 47 anni, di Roma, oggi direttore per la previdenza dell’Inps che ha rivestito il ruolo di direttore generale dell’Istituto nel 2015, succedendo a Mauro Nori. Indagato per truffa aggravata anche Dario Dolce, 65 anni di Treviso, residente a Roma, dirigente della direzione centrale entrate dell’Inps e Antonello Lilla, 52 anni, originario di Napoli, dirigente della direzione centrale sistemi informatici e tecnologici dell’Inps di Roma. Per due anni hanno omesso di adottare i provvedimenti per cancellare dagli archivi informatici le ditte che l’ufficio ispettivo di Salerno aveva segnalato il 17 maggio del 2012 per le assunzioni fittizie di lavoratori. Imprese coinvolte nell’inchiesta denominata Mastrolindo della Procura di Nocera Inferiore e per le quali sono state emesse dal Tribunale numerose ordinanze di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello stato. Le due dirigenti salernitane, Zaccaria e Santopietro, responsabili della trasmissione dei verbali ispettivi che bloccavano le ditte dell’Agro nocerino e del salernitano sospette, e nei quali si disconoscevano i rapporti di lavoro, sono accusate di aver indotto in errore l’ufficio prestazioni a sostegno del reddito che ha continuato ad erogare le indennità per due anni, fino al novembre del 2014. Alle due dirigenti viene addebitato un danno di un milione e 633mila euro circa. Centinaia di finti lavoratori di La Marianna di Carmine Toscano – uno dei principali indagati nell’inchiesta Mastrolindo – di Man at Work service, Fm Service, Futura (sono solo alcune delle 19 imprese finite nel mirino degli ispettori) l’Inps ha continuato ad erogare le prestazioni previdenziali. A chiedere in più occasioni l’oscuramento dagli archivi informatici nazionali dell’Istituto era stata la responsabile della direzione regionale dell’Inps Campania, Maria Grazia Sampietro, sentita dai carabinieri della sezione della Pg del Tribunale nocerino – coordinati dal luogotenente Massimo Santaniello e dall’appuntato scelto Nicola Montone – il 4 febbraio scorso. La dirigente campana nel suo lungo interrogatorio ha prodotto le mail con l’allora responsabile della direzione generale dell’Inps Antonello Crudo, nelle quali si chiedeva il blocco delle matricole aziendali corrispondenti alle ditte inquisite. Con Crudo, ai vertici dell’istituto di previdenza sociale, rispondono di truffa aggravata ai danni dello stato anche Dolce e Lilla. La Procura contesta ai tre vertici nazionali l’indebito pagamento di 2milioni e 439mila euro circa. Hanno volutamente ignorato, secondo la Procura, cinque segnalazioni inoltrate dalla responsabile della direzione regionale Inps Campania. Dalle indagini è emerso che la procedura adottata dai cinque indagati è stata del tutto anomala, visto che in altri casi dopo il deposito dei verbali ispettivi delle aziende coinvolte nelle inchieste per false assunzioni si era provveduto immediatamente al blocco dei pagamenti. I verbali ispettivi andavano lavorati con priorità assoluta cosa che né la sede provinciale di Salerno, né la direzione generale di Roma ha fatto per le ditte coinvolte nell’indagine Mastrolindo. Ora la parola passa al Riesame per la richiesta di sequestro per equivalente reiterata dal pm della Procura nocerina. (ro.fe)

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