Usura, estorsione, false fatturazioni e truffa: indagati 28 imprenditori di Solofra, Montoro e dell’Irno

Mercato San Severino. Usura, estorsione, false fatturazioni e truffa indagati 28 imprenditori di Solofra, Montoro e dell’Irno. I Carabinieri di Avellino nei giorni scorsi hanno provveduto ad effettuare perquisizioni e sequestri in abitazioni e aziende conciarie dell’Irno, acquisendo documenti presso studi di professionisti, nell’ambito di un’indagine della Procura di Avellino, coordinata dal pm Vincenzo D’Onofrio. Nel mirino degli inquirenti sono finite sessanta fatture false per un importo di circa quindici milioni. Imprenditori e professionisti sono sospettati di aver escogitato fittizi artifici contabili con lo scopo di truccare i bilanci ed evadere in parte il pagamento dell’Iva. Nel mirino degli inquirenti sono finite le fatture emesse durante le annate 2012-2013-2014, recanti importi variabili da 20mila e due milioni di euro, per un totale di quindici milioni contestato nel decreto di perquisizione a firma di D’Onofrio ed eseguito da carabinieri e uomini della Guardia di Finanza.
Le volanti dei carabinieri sono entrate l’altro ieri all’alba nel nucleo industriale della cittadina conciaria di Solofra per notificare ai proprietari di azienda gli avvisi di garanzia e per svolgere le perquisizioni ovunque potesse nascondersi la documentazione d’interesse dell’autorità giudiziaria. Ventotto in tutto i destinatari dei provvedimenti. Delle aziende perquisite la metà sono solofrane per lo più operanti nel settore della lavorazione della pelle, mentre quattro sono dislocate in Montoro. Delle rimanenti due sono di Bellizzi, due di Napoli, una di Salerno e due di Pontecagnano.
Nell’avviso di garanzia si ipotizzano reati di usura, estorsione e associazione a delinquere. Soldi prestati da imprenditori a colleghi in difficoltà in cambio di tassi da strozzini che raggiungevano anche il 240 per cento. Tra gli imprenditori finiti nei guai alcuni erano già gravati da precedenti penali, ma sui nomi c’è ancora il massimo riserbo. Probabilmente non sono mancati episodi di minacce e violenze su chi era in ritardo con i pagamenti, per cui il pm ipotizza anche il reato di estorsione. Dopo gli avvisi di garanzia finalizzati alle perquisizioni e ai sequestri di documentazione, gli inquirenti analizzeranno il materiale acquisito per proseguire le indagini. L’inchiesta pare sia partita da alcune vittime che – stanche delle vessazioni – hanno deciso di denunciare il losco giro d’affari tra la provincia di Avellino e quella di Salerno. (ro.fe.)

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