Un ex pentito della mafia pugliese: ”Noi carne da macello, abbandonati dallo Stato”

Il suicidio nel carcere di Sulmona di un giovane pentito pugliese ha riacceso i fari sulla questione dei pentiti ma anche di coloro che escono dal programma di protezione dopo aver collaborato con lo Stato. Con una lettera inviata alla nostra redazione l’ex pentito della mafia foggiana Antonio Niro segnala delle situazioni che riguardano pentiti della camorra campana. Scrive Niro: “Sono regolarmente fuori,  uscito dal programma e ho creato una Associazione Collaboratori di Giustizia Online per poter aiutare chi dopo programma voglia reinserirsi nel mondo del lavoro e poterli indirizzare come fare, tenendo conto che non dovranno mai riferire le loro identità anche fuori programma per una sicurezza entrambi.

Da alcuni giorni sono contattato da alcuni collaboratori di giustizia campani a cui (a loro dire) vengono revocati i programmi di protezione  senza motivo valido  avendo dato buoni risultati e non avendo commesso reati durante tale periodo.

Visto che io vivo il mio caso vedi(Il pentito abbandonato dallo stato) e so cosa significa visto che poi le nostre  generalità vengono divulgate da chi chi dovrebbe tutelarci mettendoci siamo in serio pericolo di vita. Per quanto mi guarda nonostante tutte le denunce fatte alla Procura e alla DDA di residenza attuale, la Commissione Centrale di Protezione presso il Servizio Centrale di Protezione del Ministero degli Interni sostiene che da accertamenti fatti dalla Squadra mobile di Foggia noi non siamo in pericolo di vita. Anche se tutto e successo a 1200 Km lontano da Foggia . Allora ascoltando queste storie da questi personaggi di cui non conosco ne  generalità e ne località ci stavamo preoccupando di un Sistema che non funziona più, anche se è vero che alcuni o tantissimi collaboratori e famigliari abbiano preso il programma di protezione come fonte di sostegno ma questo non sta a me a giudicarlo.

Voglio solo comunicare pubblicamente che se il verso della Collaborazione dovrebbe avere questi effetti sappiano Magistratura e Servizio centrale di protezione che questa gente ha fatto delle dichiarazioni credo valide ai fini processuali.

Se ci lasciano cosi senza un briciolo di sicurezza e di sostegno a poter finire la propria collaborazione siamo solo carne da macello e credo che lo Stato non voglia questo. Lo spero.

Alcuni di loro si stanno aggrappando ad fantomatiche associazioni antimafia. Ma non credo possano  fare niente.

A malincuore suggerisco di non collaborare con la giustizia perché ci condanneremo a morte da soli. Spero solo che qualche alto Magistrato della DNA voglia vagliare per bene queste cose anche se non credo che gli interessi visto che i miei 16.223 sostenitori di change.org   hanno scritto con le loro email per scongiurare il peggio senza avere risposta come possiamo avere più fiducia di uno stato cosi?”.

Ringrazio la Redazione di Cronache della Campania per lo spazio utile e umanitario datoci grazie. A.N.

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