Sant’Antimo. Non sarebbe stato un botta e risposta tra gli uomini del clan Puca e quelli della cosca dei Ranucci tre attentati dinamitardi che in due giorni hanno seminato il panico nelle notti dei cittadini di sant’antimo. Gli investigatori , dopo aver messo a fuoco quanto è accaduto e aver ascoltato decine di persone, hanno un quadro ben più preciso. E soprattutto un’idea più netta: le bombe non sarebbero altro che un messaggio del boss Pasqualino ‘o minorenne a tutti i suoi affiliati e congiunti in vista dei prossimi processi. Pasquale Puca, rinchiuso da alcuni anni al 41 bis deve iniziare la stagione dei processi a suo carico.
E siccome nelle sua fila ci sono alcuni pentiti tra cui il cugino Ferdinando, il boss avrebbe voluto mandare un messaggio a tutti: silenzio e soprattutto cercare di attenuare la sua posizione giudiziaria con le loro deposizioni. Anche se rimane in piedi la pista del clan Ranucci e del latitante Filippo Ronga che avrebbe deciso di passare all’attacco e di conquistare il territorio.
Gli investigatori hanno raccolto parecchio materiale e hanno già pronta una prima informativa da inviare alla Dda di Napoli per le decisioni. Ci sarebbero anche i nomi dei nuovi adepti delle due cosche già comunque decapitate dai numerosi arresti ma sempre pronte a rigenerarsi con nuovi ingressi di giovani incensurati e insospettabili.