Camorra a Ponticelli, il summit tra i clan per ‘subentrare’ ai De Micco

Gli investigatori stanno cercando di decifrare il summit di camorra interrotto dalla polizia mercoledì scorso a Barra. Seduti attorno a un tavolo c’erano un esponente della famiglia Aprea soprannominato ’o nonno, due dei Minichini stretti congiunti di “Cirillino”, un Aurino e un De Luca Bossa. Esponenti di primo piano dei rispettivi gruppi di mala che, senza commettere reati in quanto non erano armati, si erano riuniti in un’abitazione di via Mastellone a Barra.
Lì hanno trovati gli investigatori della “giudiziaria” di San Giovanni-Barra con i colleghi della mobile partenopea. Ma più che identificarli e scrivere un’informativa inviata alla Dda non hanno potuto fare. E allora gli inquirenti ritengono che quell’incontro, riportato da Il Roma, serviva a sancire nuove alleanze per cercare di prendersi le piazze di Ponticelli, dopo il blitz con 23 arresti tra capi e gregari del clan De Micco.
Una operazione che sarebbe iniziata già il giorno dopo il blitz con una incursione da parte di un gruppo legato ai Minichini-Schisa  che avrebbe intimato ai reduci dei “Bodo” che da quel momento le quote sullo spaccio avrebbero dovute pagarle a loro. E così dopo il blitz sono cominciate una serie di stese con i reduci dei “Bodo” che hanno risposto colpo sul colpo per non mollare le piazze fino alla bomba di tre notti fa contro un circolo ricreativo gestito da un familiare di Antonio Di Martino, braccio destro del reggente del clan Luigi De Micco e che secondo i pentiti sarebbe uno dei componenti del gruppo di fuoco dei “Bodo”.

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