Camorra, il pentito: ”Pompeo e Bonavolta mandarono le mogli in vacanza per costituirsi un alibi prima del duplice omicidio’

Prima del pentimento del killer Mariano Torre c’era stato soprattutto Antonio De Simini, frequentatore per anni del clan Lo Russo, a raccontare agli investigatori i ruoli dei personaggi di rilievo nella cosca dei “capitoni” di Miano. I loro affari, le estorsioni, le piazze di spaccio, chi le gestiva, a chi andavano i soldi.
Nel suo recente verbale datato 15 giugno del 2017 ha spiegato agli inquirenti:”…Quanto alle estorsioni mi riferisco in particolare a quelle del fuoco d’artificio e dei cantieri edinfatti sono stato anche arrestato per una estorsione, occasione durante la quale sono stato riconosciuto dalla polizia e dopo un periodo di latitanza sono poi stato arrestato… omissis… Sono stato latitante nel 2011 e sono stato arrestato il 12 gennaio del 2012, quindi quando sono stato da Tonino a Foggia ero latitante anche io ovviamente Bruno Vitale lo sapeva. In quel periodo ero molto legato a Tonino ed ai suoi fedelissimi cioè’ Luciano Pompeo, Valerio Nappello, Bonavolta Vincenzo, Salvatore Silvestri e frequentavo una casarella che Valerio aveva preso in affitto nel parco di Miano dove si trova lo studio dell’avvocato (omissis) casarella dove mi appoggiavo e dove ci incontravamo spesso. Era il periodo in cui Salvatore Scognamiglio avevaformato un gruppo suo con altri ragazzi tra cui Starvato Raffaele e Francesco Sabatino, entrambi successivamente uccisi, ed anche Gennaro Palumbo. Ricordo che Salvatore Silvestri, Bonavolta Vincenzo e Luciano Pompeo la sera prima dell’omicidio di Scognamiglio e Paolillo vennero nella casarella di Miano e parlammo di questo omicidio che volevano fare, io mi offrii di farlo io, dissi che mi sarei voluto togliere lo sfizio di uccidere Paolillo, mio ex cognato, ma Cenzore non mi teneva di fiducia perchè non ero uno che sparava e disse che se la sarebbe vista lui, come poi è stato. In questa occasione ricordo che Silvestri gli diede una pistola da utilizzare per l’occasione, una clock.
Preciso anche che Luciano e Bonavolta avevano mandato le rispettive mogli in vacanza nella zona di Rimini proprio per avere un alibi. Bonavolta dopo l’omicidio raggiunse la moglie ma poi torno’ a Miano proprio per farsi vedere in giro perchè si era sparsa la voce che era stato lui e voleva calmare le acque facendosi vedere per strada. Dopo qualche giorno sia lui sia Luciano sono venuti da me nella casarella e mi hanno raccontato i dettagli. Preciso anche che Luciano non si è mai allontanato da Miano a differenza di Cenzore. Mi hanno detto che a sparare è stato Bonavolta e che Luciano portava il motorino. Ricordo anche che Luciano mi disse che si era messo piu’ di una tuta addosso proprio per sembrare piu’ grosso e che il motorino che avevano utilizzato era un motorino “pulito” un SH 300 grigio intestato credo alla moglie di Bonavolta che poi Luciano aveva dato al cognato Ettore Bosti , fratello della moglie, e che quest’ultimo lo aveva poi rivenduto tramite Lamberti della Doganella.
Ricordo anche che dopo l’omicidio di Scognamiglio picchiammo nella casarella di Miano, ( non quella di cui ho parlato ma un’altra che sono in grado di indicare e dove Antonello o’Niro di Scampia ha fatto un controllo a vari ragazzi tra cui se non sbaglio Annunziata) il suocero di Mango Luigi, persona di cui non ricordo il nome ma che indico come la persona da cui avevamo i posti di lavoro negli ospedali che noi vendevamo anche tramite Francesco Orru’. Lo picchiammo perchè lui aveva dato i posti di lavorio a Scognamiglio . Picchiammo anche Pasqualino Scognamiglio, cugino di Salvatore, che fa la cocaina nelle palazzine di Melito. Quanto all’omicidio di Scognamiglio e Paolillo non so se qualcuno abbia fatto la cd. Filata e dico che non ho notizie sul punto sapevo solo che Valerio e Salvatore Silvestri erano al corrente e posso immaginare che siano stati in qualche modo coinvolti ma non so se siano stati loro a fare la filata o altri…”.

(nella foto Luciano Pompeo e Vincenzo Bonavolta)

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