Camorra, omicidio D’Orsi a Ponticelli si cerca chi ‘ha accompagnato all’appuntamento con la morte Poppetta’

C’è stato qualcuno che lo ha tradito, che lo ‘ha accompagnato all’appuntamento con la morte’ la notte tra il 13 e il 14 marzo scorso. Salvatore ‘Poppetta D’Orsi morto in ospedale dopo aver rimediato tre pallottole nel ventre era stato minacciato ma non aveva paura. Gli investigatori dopo aver spulciato a lungo sulla sua bacheca facebook e suoi contatti si stanno concentrando sul suo smartphone. Le telefonate, le chat, i messaggi tutto può essere utile a trovare gli indizi utili per indirizzare le indagini. Gli inquirenti vogliono capire se il ragazzo che non risultava avere legami con i clan di Ponticelli, se non una frequentazione neanche tanto assidua con elementi del gruppo Minichini-Schisa, avesse pestato i pedi a qualcuno. Perché i messaggi sulla sua bacheca facebook sembrano inequivocabili come quello lasciato a poche ore dalla sua morte. Che recitava: “Si scende si va al rione Traiano, sera stiamo arrivando”. Ci è andato al rione Traiano? A fare cosa? Con chi? Chi ha incontrato? Trovare le risposte a questi interrogativi per gli investigatori può significare fare passi vanti nell’indagine. Ma non è detto. Le indagini degli investigatori si stanno anche concentrando sul ‘traditore’ colui che ha portato la battuta. Entrare di notte al Lotto Zero non è facile se non si è conosciuti. E partendo proprio da questa considerazione che si sta cercando tra i conoscenti ma anche tra gli amici della vittima. In tanti e per primi i familiari, sono stati interrogati in questi giorni. Si cercano dettagli, indizi. Tutto quanto può essere utile a chiarire l’omicidio non di un uomo di camorra ma che è stato ucciso con modalità camorristiche.

Gli investigatori sono comunque certi che il ragazzo sapeva di essere in pericolo ma si mostrava spavaldo e tracotante sui social.Uno degli ultimi scritti il pomeriggio prima di essere ammazzato recita: “Quando morirò non venire alla tomba per dirmi quanto mi ami e quanto ti manco, perché quelle sono le parole che voglio sentire quanto sono ancora vivo”. Qualcosa di recente deve essergli accaduto perché Salvatore “Poppetta” D’Orsi il 9 marzo scorso ha postato una sua foto nella cucina della sua abitazione in cui appare sofferente con il messaggio “Il leone è ferito ma non è morto”. Il 3 marzo invece la foto messaggio: “Non fatemi la guerra che poi la perdete” accompagnata dal commento: “Vi distruggo, tempo a tempo” con il simboletto della bomba a mano. E prima ancora l’8 febbraio accanto alla foto di due pistole che si fronteggiano: “Tempo a tempo poi vedi tu che fine fai”. Invece il 27 febbraio aveva postato per la prima volta il messaggio “Non fatemi la guerra che poi la perdete” accompagnato dal commento: “Lota chiste e pe te o sai buone primo poi poi vedi che fine fai”, con i simboletti di una pistola e di una bomba a mano. Ma quella guerra che si diceva sicuro di non perdere purtroppo per lui l’ha persa.

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