Camorra, la donna boss: ‘Ma noi ci prendiamo il torto e pure la ragione … perché se abbiamo torto noi ci facciamo dare ragione’. LE INTERCETTAZIONI 

A San Giorgio a Cremano tutti sapevano che donna Imma era la reggente del clan Troia e commercianti e imprenditori scattavano sull’attenti quando la incontravano per strada o quando Immacolata Iattarelli telefonava loro. Scrive il il gip Giuliana Pollio a proposito della Iattarelli: “La donna si rivela un vera e propria “Manager” del crimine, continuamente dedita alla riscossione delle somme dovute o dai commercianti estorti o dai gestori delle piazze di spaccio. Le conversazioni, chiarissime nel contenuto, evidenziano come tutto ruoti intorno alla figura di Iattarelli Immacolata, che, come dichiarato dai collaboratori di giustizia, dirige l’organizzazione in assenza dei figli detenuti, anche attraverso le direttive impartite da questi ultimi nel corso dei colloqui in carcere, gestisce personalmente la cassa del clan e provvede alla ripartizione dei proventi delle attività illecite tra gli affiliati e al mantenimento delle famiglie dei detenuti, impartisce ordini agli affiliati, si occupa dei rapporti con le altre organizzazioni, in particolare con i Rinaldi, ai quali sono legati anche da vincoli di parentela”.
Non a caso nel corso parlando con la sorella Anna di un litigio tra il nipote e la famiglia della sua ragazza, di appartenere ad una famiglia camorristica e di non aver paura di nessuno ” ti faccio capire che la famiglia nostra … siamo noi.. .. tu non sei nessuna” “infatti…noi questo ti siamo venuti a dimostrare … ogni tre e quattro (ogni tanto) … tu e questo tuo cognato … ma chi è tuo cognato ….. tutto o blocco …. quello mio cognato è quello che è …… mio nipote è quello che è …… no tuo cognato … ma chi è ……. ogni tre e quattro”; ” io poi sopra Rosetta disse che lei scese giù la vide a questa … (incomprensibile) … stava con una faccia bianca … ” “ma noi ci prendiamo il torto e pure la ragione … perché se abbiamo torto noi ci facciamo dare ragione .. (risata) … “. Nelle 1146 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che tre gorni hanno portato in carcere la donna boss, i figli, la nuore e altre 30 affiliati ci sono numerose altre conversazioni rivelano poi l’attività estorsiva del clan che, tramite la stessa Iattarelli che provvede a riscuotere le somme dagli imprenditori e commercianti taglieggiati, pretende il pagamento del pizzo da quasi tutti gli operatori commerciali di S. Giorgio a Cremano.
La Iattarelli contatta con impressionante precisione ogni mese gli imprenditori estorti per sollecitare il pagamento delle somme dovute. Come questa che si riporta in cui la donna boss telefona un imprenditore che aveva una ditta di pulizie e che era taglieggiato dalla stessa per lamentarsi del ritardo nel pagamento. Iattarella: “Pronto”. Giorgio “Imma, mi hai chiamato? Buongiorno”. I: «”E buongiorno, eee già sai perché ti ho chiamato, l’imbasciataaaaa … a parte che ieri non è venuto il piastrellista che doveva venire”. G: «No, viene domani pomeriggio perché ieri non c’era”. I: “Eh … ho capito eee”. G: “Viene domani pomeriggio verso l’ora di pranzo, e noi ci vediamo tra giovedì e venerdì, non ti preoccupare”. I: “No Giorgio, com’è giovedì, venerdì, giovedì venerdì è maggio”. G: “Oh .. giovedì”. I: “Stiamo ad aprile, che dobbiamo fare dai?”. G: «Eh, e che vuoi da me, tu sempre il tre sempre il trenta, adesso che vuoi da me? Non ti preoccupare, può darsi pure che domani mattina ti vengo a trovare, non avere fretta, lo sai come sono io, quando do una parola la mantengo”. I: “No non hai capito, eh bravo, sei un uomo di parola, anche io, quando do una parola, lo sai no? Come me”. G: “Ti dico la verità, può essere anche domani mattina, però per essere più si- curo ti dico giovedì, però non ti preoccupare, è capace anche che domani mattina”.

Antonio Esposito

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Cronache della Campania@2017

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