Omicidio dalla boss Nunzia D’Amico, il pentito: ‘La mamma di De Martino mi fece bruciare l’auto’

C’è uno nuovo spiraglio investigativo che potrebbe portare agli assassini di Nunzia D’Amico, la donna boss del rione Conocal di Ponticelli uccisa sotto casa l’11 ottobre del 2011.  Rocco Capasso,ultimo pentito in ordine di tempo del clan De Micco, clan dal quale gli inquirenti ritengono sia partito l’ordine di uccidere la”Passilona” ha svelato un retroscena inedito e importante nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio. Il collaboratore di giustizia ha raccontato che ebbe l’incarico da Carmela Ricci, madre di Antonio De Martino, di bruciare la Suzuki “Swift” utilizzata per l’omicidio. A lui fu detto solo di incendiare la vettura perché all’interno c’erano tracce di sangue del figlio della donna, che si era fatto male durante un incidente stradale. Ma Capasso capì subito che si trattava di altro, ben più grave. la donna è in carcere dal mese scorso perché fu trovata in possesso di armi. Il figlio, considerato uno dei killer più spietati dell cosca e in carcere dal mese di novembre per il blitz che ha sgominato uttto il nuovo vertice dei “Bodo” di ponticelli. Ecco quanto ha dichiarato nell’interrogatorio del 16 giugno 2017, e riportato da Il Roma:
“Prima di partire per Parigi, Flavio mi disse che se serviva qualcosa a De Martino (Antonio secondo la Dda, ndr) dovevo dargliela. De Martino mi mandò un sms e mi chiese di portare i documenti. Io gli portai una o due pistole, di sicuro una 9×21. Dopo qualche giorno, sentii che era stata ammazzata Nunzia D’Amico. Quella sera venne la madre di Antonio De Martino a casa mia e mi disse di andare al rione Fiat. Mi spiegò che era parcheggiata là tutta rotta e ammaccata perché avevano fatto un incidente al Conocal. Mi chiese di bruciarla anche perché dentro c’erano delle macchie di sangue di Antonio De Martino che, nell’incidente, si era dato la pistola in faccia”. Rocco Capasso ha poi parlato dell’omicidio di Nunzia D’Amico: “Quando sono andato a incendiare la macchina usata per l’omicidio mi sono fatto accompagnare al rione Fiat a parlare con la madre di De Martino da mia moglie, che mi ha aspettato giù. Le avevo detto solo che dovevo andare a parlarci. Poi so-no sceso con Rosario Rolletta per andare a incendiare la macchina. Dopo sono andato a casa, dove sono arrivato prima di mia moglie”. Nunziata D’Amico detta “Nunzia” o “Passilona”, fu uccisa al-l’arrivo al “Conocal” da un sicario solitario armato di una pistola calibro 9×21. Ad attenderlo due complici secondo gli investigatori, uno dei quali travestito con una parrucca bionda, a bordo della Suzuki poi trovata bruciata in via Vicinale Ravioncello. Erano le 13,15 e lei stava appunto tornando dal carcere di Santa Maria Capua Vetere, dov’era rinchiuso uno dei sei figli avuti in tre matrimoni, ed era appena scesa dalla macchina della nuora per tornare a casa, in via al Chiaro di Luna a Ponticelli.
Il killer comparve all’improvviso, gridando “ti debbo uccidere”. Nunzia corse  cercando inutilmente riparo verso una vettura parcheggiata, ma fu inseguita dall’assassino e giustiziata.

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