Camorra, come è nata la faida di Marigliano tra i ‘napoletani’ e i ‘paesani’. TUTTI I NOMI DEI 27 INDAGATI

Diciotto persone finite in carcere, due agli arresti domiciliari, altre sette indagate a piede libero. Nelle oltre mille pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Anna Imparato c’è la storia degli ultimi 15 anni di camorra tra Marigliano, Pomigliano, e la zona est di Napoli. Una spaccato di criminalità e di guerre intestine che ha coinvolto intere famiglie. Tre pentiti hanno contribuito a fare luce sugli affari illeciti dei “napoletani” e i paesani” . L’inchiesta parte dall’ascesa di un importante e pericoloso sodalizio camorristico capeggiato da Luigi Esposito, alias o’ Sciamarro, con base operativa nel rione “Pontecitra” in Marigliano e ramificazioni in comuni limitrofi (San Vitagliano, Mariglianella, Castello Cisterna, Somma Vesuviana, Napoli).Il gruppo è nato dalla scissione di Esposito, verso la metà del2 015, dal clan, sempre operante nel medesimo quartiere e facente capo allo stesso Esposito, a Cristiano Piezzo e a Massimo Pelliccia Massimo (ex cognato di Esposito ). Nelle mille pagine vengono ripercorsi i tre tentativi da parte del gruppo di Esposito tra il 2015 e il 2016 di uccidere Piezzo. Si parla di rapine, estorsioni, traffico di droga, traffico di monete false e cavalli di ritorno. Uno spaccato criminale completo raccontato dai collaboratori di giustizia, primo tra tutti Aurelio Raffaele, alias “Lelluccio”, elemento di spicco dapprima del clan del Piezzo, poi di quello capeggiato da Esposito. Il gip Imparato descrive nell’ordinanza la storia criminale di Marigliano a partire dal finire degli anni Novanta quando il territorio subì l’influenza di due clan: uno locale, denominato clan “Capasso Castaldo” ovvero dei PAESANI con ai vertici CASTALDO Giuseppe detto “o commerciante” e CAPASSO Antonio detto “o sfaldista”; uno proveniente da Napoli ,ovvero il clan  “Mazzarella”, diretto da Vincenzo e Roberto MAZZARELLA, che vedeva come referente della zona AUTORE Ferdinando detto “Nanduccio o’ msso”. Già all’epoca Esposito era il referente di zona sia dello spaccio che delle attività estorsive, per conto dei “Paesani” . Lo ha raccontato agli investigatori il pentito Gennaro Vaccaro, mentre  Piezzo Cristian e Pelliccia Massimo  erano affiliati al clan  Autore. L’operatività in Marigliano dei due clan, quello dei “paesani” riconducibile anche ad Esposito Luigi, e lo scontro tra gli stessi sono ricostruiti in termini sostanzialmente conformi anche nella corposa e dettagliata sentenza del Tribunale di Nola emessa a carico di Mazzarella Vincenzo più altri nel marzo 2009  fondata sulle dichiarazioni dei medesimi collaboratori di giustizia (Romano Giovanni, Vaccaro Gennaro), concernenti anche il tentato omicidio commesso da Autore Ferdinando e da Casadei Luigi Armando ai danni di Gioia Giovanni ed Esposito Annamaria, sorella dello Sciamarro, in seno allo scontro tra i due sodalizi). Medesime conclusioni circa la sussistenza dei due clan nei primi anni del 2000 in Marigliano sono raggiunte nella sentenza emessa il 31.5.2010 dal Tribunale di Nola a carico di Aliperti più altri, concernenti le dichiarazioni dei collaboratori Romano G. e Silvestri Enrico relative all’omicidio di Esposito Antonio, detto Pelè. D’altronde, l’intraneità di Esposito Luigi ad un sodalizio criminale operante in Marigliano tra il 2002 e il 2004 capeggiato da lui e da Castaldo Giovanni, e dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti è stata riconosciuta in via definitiva con sentenza di condanna del G.u.p. di Napoli del 2.7.2004  emessa anche a carico della moglie  dello Esposito Pelliccia Raffaella, e della di lui sorella Esposito Annamaria. Storicamente i due clan non avevano buoni rapporti  anche perché, all’arrivo a Marigliano dei Mazzarella nei primi anni 2000, i “Capasso-Castaldo” cominciarono a perdere potere e prestigio.  Ma a partire dal 2011-2012, alcuni soggetti di rilievo, tra cui Luigi Esposito, venivano rimessi in libertà, ricominciando subito a delinquere. Successivamente, a partire dal mese di gennaio 2014 furono scarcerati dapprima Massimo Pelliccia (già condannato in via definitiva, come Esposito quale appartenente al Clan “Mazzarella” e uomo di fiducia di Autore Ferdinando), e, dall’ottobre del 2014,  Cristiano Piezzo  con parallelo incremento in Marigliano di estorsioni, contrabbando di sigarette e soprattutto spaccio di sostanze stupefacenti. Per tutto il 2014 e fino alla metà del 2015,  tre uomini – PELLICCIA Massimo, PIEZZO Cristiano ed ESPOSITO Luigi, riprendevano – ciascuno con ruoli diversi – le attività criminali, dando luogo alla nascita (da qui il nome RINASCITA dato alle indagini) di un nuovo gruppo criminale di stampo camorristico denominato “dei Mariglianesi”sorto sulle ceneri del clan MAZZARELLA e del clan dei cosiddetti Paesani, nonché di una parallela associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, aventi come base operativa il quartiere di “Pontecitra” in Marigliano.Il suddetto equilibrio, però, cominciò a vacillare quando nel gennaio 2015 PELLICCIA Massimo fu arrestato e poi, nel mese di marzo del 2015, a PIEZZO Cristiano furono revocati gli arresti domiciliari e ripristinata la detenzione in carcere. Momentaneamente la reggenza del gruppo unitario fu assunta dal figlio del PIEZZO Cristiano, Fortunato detto “Winny”, con la collaborazione di Aurelio Raffaele alias “Lelluccio”, braccio .destro del Piezzo. La gestione di “Winny”, tuttavia non risultò gradita ad ESPOSITO Luigi, il quale, grazie alla prolungata assenza di PIEZZO Cristiano, e con l’ausilio di Aurelio Raffaele,  cominciò ad acquisire sempre maggiore autonomia, esorbitando rispetto agli ambiti criminali assegnatigli. Purtroppo, però, per l’ESPOSITO, PIEZZO Cristiano il 4 agosto del 2015 veniva scarcerato per fine pena e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Marigliano. Da quel momento, cominciarono primi contrasti tra lo Esposito e il Piezzo, cui seguirono una definitiva scissione e repentini cambi di fronte tra diversi affiliati, nonché un’escalation di violenza tra due groppi, contrassegnata da reciproci, ripetuti agguati tra la fazione di PIEZZO Cristiano detta dei “Napoletani” e quella di ESPOSITO Luigi cosiddetti dei “cafoni”. Nell’inchiesta sono coinvolti anche il gruppo dei cosiddetti ‘Pazzignani’ di San Giovanni a Teduccio tra cui Michele Minichini, figlio del boss detenuto Ciro. Il giovane Minichini è attualmente detenuto per il duplice omicidio  di Raffaele “Ultimo” Cepparulo uno dei killer del gruppo dei Barbudos” del Rione Sanità e dell’innocente Ciro Colonna, è accusato di essere l’esecutore materiale dell’agguato – fallito – insieme a Daniele Napolitano, anche lui di Napoli. A partecipare all’ideazione dell’agguato anche una donna, Luisa De Stefano, detta ‘Luisa ‘a pazzignana’ e anche lei già coinvolta nell’inchiesta sul duplice omicidio Cepparulo e Colonna. Un ruolo di supporto al commando sarebbe stato ricoperto da Vincenza Maione, che avrebbe “trasportato e nascosto le pistole, poi consegnate ai killer, e per aver fatto da palo”. Vincenza Maione, pure lei indagata nel duplice omicidio Cepparulo-Colonna, è sposata con Roberto Schisa, ex esponente di spicco dei Sarno, ed è anche la madre di Tommaso Schisa, condannato per il concorso nell’omicidio del 27enne Umberto Improta, un innocente ucciso da una pallottola vagante mentre si trovava sull’uscio del ‘Caffè del Presidente’ a San Giorgio a Cremano. Schisa, che all’epoca era minorenne, faceva parte di uno dei due gruppi opposti gruppi di giovanissimi che regolarono i loro conti in strada: uno dei componenti della sua ‘cerchia’ aprì il fuoco, ammazzando per sbaglio Umberto.

GLI INDAGATI

1) Aurelio Raffaele nato ad Avellino il 7.10.89  alias “Lelluccio”; PENTITO (indagato)

2) BASTONE Assunta, nata a Napoli il 02.11.1991,  alias “Susanna”; (indagata)

3) CAVONE Mariagrazia, nata a Napoli il 12/05/1982 IN CARCERE

4) CONTE CIRO, nato a Napoli il 24/03/1963 IN CARCERE

5) DE FILIPPIS Antonio nato a Marigliano il 02/09/1972, alias “mano mozza”;IN CARCERE

6) DE STEFANO Luisa nata Napoli il 12/02/1971,  alias “Luisa a pazzignara”; (indagata)

7) ESPOSITO Luigi, nato a Marigliano (NA) il 02/0111972, alias “sciamarro”; IN CARCERE

8) ESPOSITO Salvatore Pasquale, nato a Avellino il 28.10.1992 alias “sciamarretto”; IN CARCERE

9) GALLO Stefano, nato a Pollena Trocchia il 23.12.1986 IN CARCERE

10)IMPROTA Antonio, nato a Cercola (NA) il 15/05/1983, alias “bibilone”; IN CARCERE

11) INTOCCI Concetta, nata a Napoli il 05/10/1995, alias “Tina” (indagata)

12)MAIONE Vincenza, nata a Napoli il 01.07.1975  alias “Enzina” IN CARCERE

13) MARINO Mauro, nato a Napoli il 30/0811979, alias “Maurizio”; IN CARCERE

14)MINICHINI Michele, nato a Napoli ill3.09.1990 IN CARCERE

15)MORANO Daniele, nato a Napoli il 07/02/1997,IN CARCERE

16)NANAJ Erson, nato in Albania il22/12/1983, residente in Acerra  IN CARCERE

17)NAPOLITANO Daniele nato a Napoli il 31/07/1993 IN CARCERE

18) PARRELLA Pasquale, nato a Napoli il 05.08.1984, IN CARCERE

19) PERSICO Vincenzo nato a Napoli 01/04/1973  (indagato)

20) PIANESE Concetta nata a Nola (N A) il 22/02/1984, alias “Tina”; (arresti domiciliari con braccialetto)

21)POLIO Armando nato a Napoli il 09/12/1983  alias “o Dino”; (indagato)

22) RICCIARDI Teresa nata a Napoli il 23.11.1977,  alias “Terry”; (arresti domiciliari con braccialetto)

23) ROSELLA Angelo nato a il 08112/1994, alias “Angioletto”; (indagato)

24)SCHISA Tommaso nato a Massa di Somma (NA) il 20/12/1990, IN CARCERE

25)SODANO Valentino, nato a Napoli il 01.03.1988, IN CARCERE

26)TEDESCO Nunzia, nata a Acerra (N A) il 30.10.1988, IN CARCERE

27) VALENTINO Gabriele, nato a Nola (NA) il 17/0811993, IN CARCERE

 

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