Carabinieri infedeli a Torre Annunziata, chiesti 82 anni di carcere per militari, boss e un avvocato

Torre Annunziata. Carabinieri accusati di aver tradito l’Arma e di aver favorito il boss Francesco Casillo ‘a vurzella, di aver favorito il traffico di droga del pregiudicato che spadroneggiava tra il Piano Napoli di Boscoreale ed era fedele alleato del clan Gionta di Torre Annunziata tra il 2008 e il 2012, la Dda chiede condanne durissime.
Otto anni ciascuno per i sette militari, alcuni oggi in pensione, che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviati dinanzi al Gup di Napoli: questa la richiesta di condanna del pm della Procura Antimafia Raffaello Falcone per Francesco Vecchio, Franco De Lisio, Antonio Formicola, Antonio Santaniello, Catello Di Maio, Antonio Paragallo e Santo Scuderi. Sedici anni la pena chiesta per Franco Casillo ‘a vurzella che aveva sul libro paga carabinieri e il suo avvocato Giovanni De Caprio, accusato di aver nascosto e riciclato i proventi illeciti della cosca, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusioni.
Non fa sconti l’accusa nella sua requisitoria ed ha chiesto che militari, boss e il professionista vengano condannati con tutte le aggravanti.
A Novembre è prevista la prima sentenza nel processo che ha visto l’antimafia indagare sulla Compagnia dei carabinieri di Torre Annunziata per quello che accadeva in un arco temporale di circa cinque anni. Per gli altri imputati coinvolti nell’inchiesta, tra i quali l’ex comandante della compagnia, Pasquale Sario, oggi tenente colonnello in servizio alla scuola Ufficiali di Roma, Sandro Acunzo, il maresciallo che era il referente principale di Casillo – già condannato per detenzione illegale di propriettili dal Tribunale di Torre Annunziata – e per il maresciallo capo Gaetano Desiderio, il Gip ha disposto il rinvio a giudizio insieme ai pregiudicati Orazio Bafumi, Luigi Izzo e Aniello Casillo, quest’ultimo fratello di Franco.
I sei compariranno dinanzi ai giudici del Tribunale di Torre Annunziata a partire da dicembre prossimo.
Secondo l’accusa, i militari avrebbero ricevuto da Casillo regali e soldi in cambio dell’impunità e avrebbero coperto il traffico di droga del narcotrafficante, ma avrebbero anche fatto operazioni di polizia mirate come quelle dell’arresto di latitanti, facendo sparire parte della droga sequestrata e spartendo i proventi del traffico, come nel caso di Acunzo.
Accuse pesantissime che dovranno essere valutate dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Napoli. Su alcuni dei militari si era aperta una diatriba giudiziaria sull’arresto davanti ai giudici del Riesame dopo che il Gip aveva negato le misure cautelari più forti al termine dell’inchiesta.
Una brutta pagina quella aperta sulla Compagnia dei carabinieri di Torre Annunziata dall’antimafia napoletana e passata per indagini pilotate e depistaggi per favorire la camorra.

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